Terrafutura / L'integrazione. A Palermo è l'arte del "No Colors".

  • Scritto da Redazione
  • - 02/12/2009

Si scrive No colors ma si legge integrazione multiculturale a Palermo. è questa la sintesi di un bel progetto che funziona nel capoluogo siciliano grazie agli sforzi dell'omonima cooperativa del consorzio Comunità nuova, a sua volta presente nella rete regionale siciliana di imprese sociali riunite dal più ampio Consorzio Sol.Co di Catania.

La realtà sul campo, che fa la differenza nel tessuto sociale, è quella di un centro aggregativo per ragazzi fino ai 18 anni, molti dei quali immigrati di seconda generazione (soprattutto ghanesi, eritrei, mauriziani, somali, capoverdiani e cingalesi), che stanno semplicemente insieme partecipando a laboratori artistici.

Proprio le vie della creatività, invece di quella più praticata dello studio comune doposcuola, costituisce la base del successo di questo centro dove un centinaio di ragazzi si danno alle arti figurative, alla musica, al ballo e al teatro, attraverso l'impegno di un valutatore, insegnanti-artisti, educatori e la significativa presenza di una mediatrice culturale capoverdiana.

L'integrazione multiculturale parte da lontano, insomma, e da piccoli: per questo No Colors sta celebrando di questi tempi, dopo due anni di attività, un'ultima grande vittoria, l'ingresso di alcuni bimbi appartenenti alla comunità cinese palermitana.

Perché per conoscersi non è mai troppo presto.

Terrafutura | valori | N. 75 12/2009

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