La misura. Assegno unico per i figli, il primo passo in Cdm. Di cosa si tratta Notizie

La misura. Assegno unico per i figli, il primo passo in Cdm. Di cosa si tratta

  • Scritto da Redazione
  • - 12/06/2020

Durante l'incontro a Palazzo Chigi con il gruppo parlamentare di Italia Viva, il premier Conte ha comunicato che oggi in Consiglio dei ministri sarà varato il "Family act" proposto dalla ministra alla Famiglia Elena Bonetti. Si tratta di un disegno di legge-delega.

L'iter, quindi, si annuncia lungo. Dopo il varo da parte del Cdm, ci sarà il percorso parlamentare. Dopo il percorso parlamentare, sarà di nuovo il governo, con il ministro Bonetti, a varare i decreti legislativi applicativi delle nuove misure. Nella bozza è indicato l'obiettivo di varare i decreti legislativi entro il 30 novembre, al fine di avere l'assegno universale per figli dal primo gennaio 2021. Ma non sarà facile. 

Da lunedì, intanto, riparte in commissione Affari sociali un'analoga proposta di legge che ha come primi firmatari i dem Delrio e Lepri. In base all'accordo politico raggiunto in maggioranza, l'assegno universale (o unico, secondo la formulazione iniziale del Pd, e che probabilmente resterà quella finale) andrà avanti attraverso la proposta Delrio-Lepri, mentre il ddl-Bonetti porterà avanti la parte riguardante la "dote unica" per i servizi.

LE CARATTERISTICHE DELL'ASSEGNO UNICO

Il Family act istituisce, come misura principale, l'assegno universale (e unico) per figli. Si tratta di un assegno con le seguenti caratteristiche:

- è attribuito a tutti i nuclei familiari con figlie e figli a carico;

- ha un importo minimo per tutti i nuclei familiari con uno o più figlie o figli, cui viene aggiunta una quota ulteriore e variabile determinata per scaglioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE);

- viene erogato mensilmente o mediante una somma di denaro o mediante il riconoscimento di un credito fiscale

- l’assegno universale è attribuito per ciascun figlia o figlio, fino ai diciotto anni di età

- in caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del venti per cento;

- l’assegno universale è riconosciuto a decorrere dal settimo mese di gravidanza;

- l’assegno non concorre a formare il reddito complessivo;

- l'assegno non rileva per il calcolo del reddito ai fini del riconoscimento delle prestazioni di welfare;

- nell'erogazione si tiene conto dell’età dei figli a carico;

- l’assegno è incrementato per ciascun figlia o figlio con disabilità

Si tratta, come si vede, di criteri generici, che poi troveranno concretezza nel decreto legislativo del governo, successivo all'approvazione da parte del Parlamento.

IL NODO DELLE COPERTURE

Per varare l'assegno universale, governo e Parlamento abrogheranno o moduleranno tutte le prestazioni fiscali per la famiglia ora in essere. Circa 16 miliardi sarebbero tolti a detrazioni, assegni e bonus e messi sull'assegno universale. Tuttavia, con una dote di 16 miliardi, molte famiglie di reddito medio-basso potrebbero incassare dall'assegno universale meno di quanto ora prendono tra detrazioni, assegni familiari e altre dotazioni. Per evitare che la riforma sia "a perdere" per migliaia di famiglie occorrono circa 7 miliardi aggiuntivi. E questo è il nodo principale. Le misure destinate a essere abrogate o rimodulate sono le seguenti:


- detrazioni fiscali per minori a carico

- assegno per il nucleo familiare

- assegno al nucleo familiare con almeno 3 figli minori

- assegno di natalità

- premio alla nascita

- buono per il pagamento di rette relativi alla frequenza di asili nido e altri servizi per l’infanzia

- fondo di sostegno alla natalità

 LE ALTRE DELEGHE CHIESTE DAL GOVERNO

Con il Family act il governo chiede al Parlamento la delega a riformare anche altri strumenti di politica familiare:

- le misure di sostegno all’educazione dei figli e delle figlie, con la nascita di una sorta di "dote unica" da spendere in un anno o per i nidi per i più piccoli o, per i più grandi, per le attività ludico-ricreative e culturali

- i congedi parentali e di paternità, con procedure più flessibili rispetto a quelle ora in vigore; uno speciale congedo verrebbe istituiro anche per gli incontri "scuola-famiglia"

- le misure per incentivare il lavoro delle madri e l’armonizzazione dei tempi, in particolare prevedendo un’indennità integrativa della retribuzione per le madri lavoratrici erogata dall’INPS, per il periodo in cui rientrano al lavoro dopo il congedo obbligatorio; prevedendo, inoltre, una percentuale di detraibilità ovvero la deducibilità delle spese per addetti ai servizi domestici e all’assistenza di familiari assunti con contratto di lavoro subordinato, tenendo conto dell’applicazione di indici della situazione economica equivalente delle famiglie

- le misure per incentivare l’autonomia e il protagonismo giovanile, con detrazioni fiscali per i fitti dei figli iscritti all'università e per il primo fitto delle giovani coppie sino a 35 anni.

 

FONTE NOTIZIA: AVVENIRE.