Un tetto per tutti, storie di inclusione al dormitorio Il Faro Storie

Un tetto per tutti, storie di inclusione al dormitorio Il Faro

  • Scritto da Redazione
  • - 31/05/2019

Ieri profuga con addosso i segni delle violenze subite in Libia, oggi una donna in rinascita pronta a vivere la gioia della maternità. La storia di questa settimana arriva dal Centro di Prossimità Mosaico, socia della nostra Rete, che gestisce il dormitorio Il Faro, rispondendo alla cruciale emergenza abitativa e ai bisogni di coloro che vivono in situazioni di estrema povertà.

Jasmine, nome di fantasia, è una ragazza di 19 anni fuggita dalla Nigeria con la speranza di trovare occupazione nel nostro Paese e aiutare economicamente la famiglia rimasta in Africa. La sua storia racchiude tutto il dramma dell’immigrazione, che non è soltanto affrontare le intemperie del mare, i pregiudizi sociali e le difficoltà correlate all’integrazione in un nuovo Paese; quello che succede prima del viaggio, quello meno raccontato dalle cronache quotidiane, è un vero e proprio incubo chiamato Libia. Qui i migranti vengono torturati, rinchiusi in lager e frustrati: anche Jasmine è vittima di tratta.

Giunta in Italia dopo essere fuggita dai suoi carcerieri, Jasmine vive un doppio dramma: quello della povertà e del disagio abitativo. Incrociamo la sua storia dopo la segnalazione avviata dal Centro Aiuto alla Vita alla struttura Il Faro, raccontando le difficoltà della giovane donna: approdata sulle coste siciliane a marzo scorso, viene ospitata in una Comunità per Minori di Catania ma dopo qualche tempo lascia arbitrariamente la struttura per rifugiarsi negli angoli più disparati della città. Nonostante Il Faro non sia particolarmente adatto per accogliere le donne incinte, poiché è un servizio a bassa soglia e volto a fronteggiare le situazioni temporanee d’emergenza, gli operatori specializzati della cooperativa Mosaico decidono di intervenire.

«Dobbiamo fare Rete, queste le parole pronunciate dal nostro team dopo una prima riunione operativa», racconta Claudia Pasqualino Responsabile del Centro di Prossimità Mosaico. Mettere i “servizi in rete” e andare oltre la mera accoglienza ed ospitalità sono gli obiettivi del progetto “C’è sempre un tetto” messo in campo al Faro; un modello innovativo di Prossimità, che realizza piani di intervento individualizzati sia per rispondere ai bisogni primari sia per garantire percorsi di inclusione, in una logica di prevenzione a gravi forme di emarginazione sociale e potenziali cadute nel sistema criminale.

Insomma, un modo per garantire un “tetto” non soltanto fisico ma anche sociale. Il progetto non si limita infatti ad essere un semplice dormitorio ma vuole essere un’opportunità di ascolto per chi vive una condizione di estrema difficoltà. «Quando ci approcciamo a un nuovo caso, una nuova storia – aggiunge Pasqualino – sono tre le fasi operative che seguiamo: presa in carico della persona, attivazione delle risorse territoriali e coordinamento con la Rete per le attività integrative e avvio di percorsi di accompagnamento verso il raggiungimento graduale dell’autonomia. Offriamo supporto psicologico, ci occupiamo dell’inserimento sociale e lavorativo dei senza fissa dimora e cerchiamo le strutture di accoglienza pronte ad ospitarli».

Non mancano inoltre interventi per aiutare gli ospiti a raggiungere la piena stabilità emotiva e sociale, creando un micro-contesto di società civile, dove è necessario riuscire a fare gruppo, senza differenze di religione e colore di pelle, nel pieno rispetto delle regole di convivenza e di civiltà.

«Guadagnare la fiducia di Jasmine – aggiunge la responsabile del Centro – non è stato semplice; il suo passato tortuoso e il senso di angoscia per un futuro incerto per lei e per il suo bimbo, hanno reso la donna ancora più timorosa. A Catania non ci sono purtroppo sufficienti strutture di accoglienza per donne in gravidanza, questo ha ampliato la nostra difficoltà nel cercare una soluzione per Jasmine».

Dopo parecchi giorni si accendono finalmente le speranze. Il team del Centro di Prossimità intercetta dapprima il centro diurno Civico Zero di Catania, gestito dal Save the Children, che si occupa di offrire supporto ai minori stranieri non accompagnati. Qui Jasmine trascorre le mattinate praticando le attività previste dalla struttura per poi rientrare la sera al dormitorio il Faro. Una situazione temporanea al quale gli operatori specializzati del Centro di Prossimità rispondono attivando tutte le risorse fino a quando, da metà aprile, la donna è stata accolta al Siproimi, Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati.

La storia di Jasmine è soltanto un esempio di come gli operatori specializzati del Faro operino per contrastare la “cultura dello scarto”, per ascoltare il grido disperato dei tanti uomini e donne, che sul ciglio della strada implorano un futuro. Ѐ l’esempio di come “garantire un tetto” significhi prima di tutto costruire delle basi solide affinché quest’ultimo non crolli.

C’è sempre un tetto, è un progetto, una scommessa, un sfida che va oltre la mera ospitalità. Ci auspichiamo che questa metodologia e il patrimonio di attività realizzate nella struttura diventino prassi e che ciascuno possa ricevere quel “tetto di speranza” e guardare al futuro con nuovi occhi.