Sprar, nel 2016 Sicilia e Lazio le regioni più accoglienti Notizie

Sprar, nel 2016 Sicilia e Lazio le regioni più accoglienti

  • Scritto da Redazione
  • - 27/06/2017

Nel 2016 i progetti finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (Fnpsa), che costituiscono la rete dello Sprar, sono stati 652 rendendo disponibili 26.012 posti in accoglienza per circa mille enti locali complessivamente coinvolti nell’accoglienza. Sicilia e Lazio restano le due regioni in cui si registra il maggior numero di persone in accoglienza (oltre il 19% sul totale delle presenze a livello nazionale) seguite da Calabria (10%) e Puglia (9,7%). Delle oltre 34mila persone in accoglienza nello Sprar, il 47,3% è richiedente protezione internazionale, il 28,3% titolare di protezione umanitaria, il 14,8% titolare di protezione sussidiaria, mentre il 9,6% ha lo status di rifugiato. Nigeria (16,4%), Gambia (12,9%) e Pakistan (11,7%), in linea con lo scorso anno, sono le tre nazionalità maggiormente rappresentate tra le persone in accoglienza. Da 977 posti di accoglienza destinati ai minori stranieri non accompagnati nel 2015 si è passati a 2.039 nel 2016 rendendo possibile l’accoglienza complessiva di 2.898 minori stranieri non accompagnati a fronte dei 1640 dell’anno precedente.

E’ quanto emerge dal nuovo Atlante Sprar 2016 - presentato questo mattina a Roma dalla direttrice del Servizio centrale dello Sprar Daniela Di Capua e dal presidente di Cittalia Leonardo Domenici (in allegato in coda all'articolo una sintesi del rapporto) - che, come ogni anno, ha fatto il punto non solo sui dati relativi alle persone in accoglienza, ai servizi offerti e alle strutture rese disponibili, ma anche sull’analisi delle circa 500 iniziative di successo dei progetti Sprar.

“Nel 2016 sono stati fatti grandi passi in avanti verso un sistema di accoglienza sostenibile e diffuso sul territorio, puntando all’allargamento della rete dei Comuni dello Sprar", ha spiegato durante la conferenza stampa il sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione Matteo Biffoni. Siamo partiti da un dato di fatto: l’esigenza di dare una risposta al disagio dei sindaci e delle comunità rispetto ad un’accoglienza spesso disordinata, in strutture alberghiere che allarma le comunità. I primi risultati cominciano ad arrivare grazie ai progetti presentati questa primavera ed ai molti Comuni che hanno già deliberato l’adesione e stanno procedendo a presentare domanda allo Sprar”. “I risultati che presentiamo oggi sono stati raggiunti grazie ad un grande impegno istituzionale da parte di Anci e delle Anci regionali, che ha permesso, in un vero e proprio percorso di ‘porta a porta’, di incontrare più di 700 comuni sostenendoli nel dialogo con le prefetture e con la cittadinanza. E’ però fondamentale, a fronte di un fenomeno che, come dimostrano i numeri, che speriamo però possano ridursi, durerà ancora negli anni a venire, che i Comuni si facciano parte del sistema, affinché gli arrivi siano equamente ripartiti sui territori nel rispetto di chi arriva e delle comunità che accolgono. Il dialogo tra le prefetture e i sindaci è dunque imprescindibile. Noi vogliamo una accoglienza ed integrazione di qualità che garantisca laddove ci siano le condizioni integrazione e attraverso i progetti dei comuni qualità del controllo del territorio”, ha sollecitato Biffoni.

Il delegato Anci ha poi concluso ricordando l’importante ruolo dell’Europa: “Al grande sforzo del nostro paese che, nonostante la sostanziale solitudine con cui ha dovuto affrontare la più grande crisi migratoria dalla seconda guerra mondiale in poi, deve accompagnarsi anche l’impegno degli altri Stati. Va rafforzata la nostra capacità di fare i rimpatri così come le azioni internazionali a fianco dell’Italia nelle zone interessate affinchè si riducano le partenze ”.

Da parte sua il segretario generale Anci Veronica Nicotra ha rimarcato l’impegno dell’Associazione. “Come Anci crediamo che esiste un problema molto grande che impatta sulla vita delle comunità e sui sindaci, ne abbiamo registrato il disagio ed abbiamo deciso di fare la nostra parte per dare una risposta. Pensiamo che si possa fare accoglienza ed integrazione in modo ordinato senza attendere che finisca l’emergenza. Abbiamo ottenuto per i Comuni che presentano i progetti Sprar la clausola di salvaguardia che vuol dire rispetto di una percentuale di presenza equilibrata. I sindaci non sono obbligati a presentare i progetti, possono attendere come dire gli eventi ma noi ci siamo sforzati di fare una proposta per un sistema di accoglienza sostenibile e attraverso il ruolo dei Comuni capace di assicurare la qualità del controllo delle presenze”. In questa direzione "significativo è quanto previsto nel decreto Mezzogiorno in cui si stabilisce un maggior contributo per ogni persona in accoglienza, pari a 700 euro, per i Comuni della rete Sprar e 500 euro per i Comuni sedi di Cara o Cas. Altro importante successo è la deroga per le assunzioni a tempo determinato per il personale da impiegare nella gestione dei servizi di accoglienza dello Sprar, un importante risultato che consente ai Comuni di portare avanti concreti percorsi di integrazione”.

Fonte: vita.it